Elementi per valutare correttamente il valore di un esemplare
Nel confuso e pittoresco mondo del "mastino tibetano", animato da personaggi ed idee in netta contrapposizione tra di loro, manca spesso la capacità di valutare oggettivamente il valore di un soggetto e quindi di una selezione. Tale situazione risulta essere molto rischiosa per la sopravvivenza stessa della razza poichè dove non vi è una direzione precisa il disastro è dietro l'angolo.
Fin troppo spesso lo studio della razza e le preoccupazioni circa la sua conservazione vengono ridotti a "sofismi per sognatori" da nuovi appassionati che desiderano una selezione a loro "gusto e misura" poichè privi della conoscenza e, bisogna dirlo, dell'umiltà necessarie per comprendere una razza così antica e meravigliosa.
Il primo grande problema che si pone è l'individuazione di alcuni parametri che permettano di valutare oggettivamente la qualità di un cane, anche andando oltre rispetto a quanto ritenuto sufficiente nella valutazione espositiva classica, ovvero l'aderenza ad uno standard.
A nostro avviso questi parametri potrebbero essere:
- tipicità morfologica;
- tipicità caratteriale;
- salute;
- ascendenza;
Il mastino tibetano, pur nella sua variabilità, è una razza con una precisa identità e tipicità identificate da confini ben precisi determinabili con l'osservazione dei soggetti nativi presenti nelle varie zone d'origine. In quest'ottica ci appare evidente che una selezione sia tanto migliore quanto maggiormente i soggetti prodotti ricordino i soggetti nativi. In questa valutazione devono anche essere considerati la correttezza strutturale e il movimento tipico della razza.
Un discorso simile lo si può fare anche per l'aspetto caratteriale, tanto più che si parla di una razza spiccatamente "da lavoro", e di una selezione particolare per la sua specializzazione.
Ovviamente niente di quanto detto fino ad ora avrebbe senso se non fosse accompagnato da salute e rusticità, caratteristiche notate fin dai primi contatti con la razza (soggetti che hanno ampiamente superato i 10 anni di vita non sono affatto rari, con record attorno ai 17-18 anni circa). Questo si può fare prestando attenzione ai riproduttori, effettuando test mirati, limitando il più possibile l'inbreeding per evitare depressione nella fertilità e la comparsa di altri problemi legati alla consanguineità.
Oltre a quanto detto fino ad ora, per preservare l'identità della razza, una grande attenzione deve essere rivolta allo studio dell'ascendenza di un determinato soggetto: in questo non bisogna considerare solo la "lunghezza" del pedigree, come spesso avviene, ma l'origine e la morfologia dei più antichi antenati conosciuti, la morfologia degli altri antenati ed eventuali soggetti dubbi o di tipo incerto presenti. Dove questo non sia possibile, come in molti cani rustici, bisogna prestare molta attenzione alla provenienza (se vicina a luoghi dove siano presenti cani evidentemente meticciati o di altre razze) e alla morfologia dei soggetti, ricercando ogni particolare che possa indicare la presenza di sangue estraneo.
Al contempo bisognerebbe anche riconoscere la mancanza di importanza di altri parametri tenuti invece spesso in eccessiva considerazione, come la lunghezza del pelo, a volte ricercata fino alla perdita di tipicità, la taglia gigantesca a prescindere dal tipo, etc.
Se la mancanza di conoscenza riguardo alle corrette caratteristiche del mastino del Tibet era scusabile trent'anni fa, quando il Tibet era chiuso ai visitatori occidentali e l'assenza di internet rendeva più difficoltosi gli scambi tra appassionati e la consultazione del materiale antico ora, nell'era dell'informazione globale, sarebbe per noi auspicabile un cambio nel modo di vedere e gestire la situazione.