Il banhar (parte I) Il banhar (parte I) Il banhar (parte I) Il banhar (parte I)

Il banhar (parte I)

Banhar (a volte scritto anche bankhar, utilizzando la traduzione russa) è il termine con cui, in Mongolia, vengono chiamati i cani appartenenti al gruppo del "mastino tibetano". La parola, di incerta etimologia, trova probabilmente la sua traduzione più corretta in "guance larghe", facendo riferimento allo sviluppo in larghezza della testa di questi cani.

 

La funzione originale di questi cani non si discosta da quella classica del mastino, infatti il loro utilizzo come "cani da pastore" è attestato solo a partire dall'ultimo quarto del XX secolo e non è generalizzato: ancora oggi si possono trovare cani tenuti a catena fuori dalle tende o dai recinti degli animali, secondo il metodo di gestione utilizzato anche dai pastori tibetani.

 

A volte oggi si sente parlare del banhar come dell'autentico "mastino tibetano" o del suo antenato, in certi casi come reazione alla devastazione operata in anni recenti da alcuni allevamenti cinesi. Questa teoria, priva di qualsiasi prova a supporto, viene smentita da alcuni fatti: tradizionalmente il cane da guardia non è ritenuto un animale "autoctono" della Mongolia, tant'è che un detto locale recita che "tre sono le cose diffuse in Mongolia che vengono dal Tibet: il Buddismo, i cani e gli yak", fatto rimarcato anche da Boshiggt G. Ashgood nel suo libro "The Eternal Dialogue: The Philosophy of Survival: maths, reason & fate" dove si può leggere:

 

"Further confirmation is available in the history of neighborhood relationship [between Mongolia and Tibet and other Countries], in the facts of mutual impact, in the historic evidence such as architectural, monumental sites, various events, religion, and tradition, as well as historic and cultural heritage and documented archives. To attract your attention and interest to this otherwise quite tiresome subject, let me mention here just one of such examples, as a unique curiosity. The Mongols worship their domesticated cattle. Meaning four legs  and the head, they call them "quintangle cattle" and this is sheep, horse, camel, cow and goat. These species have had used as heraldic animals in the symbol of the State, for instance. And here is the fun. Why the Mongols forgot to pay similar tribute to yak? Simply because, they still remember that the yak has been introduced from Tibet, among many other things adopted from them. For instance, the Tibetan shepherd dog what we now call the Mongol dog is also an "imported guest." 

 

Appare quindi evidente che il banhar non possa essere l'antenato di un generico "mastino tibetano" ma che ne sia una "conseguenza". 



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