Mastini tibetani e cani tibetani
Circola da tempo una differenziazione che vuol mettere in contrapposizione il "vero mastino tibetano" a un non meglio specificato "cane tibetano" che vivrebbe negli stessi luoghi, avrebbe la stessa funzione e sarebbe anch'egli tenuto a catena, ma che in qualche modo non sarebbe un vero mastino.
Questo non meglio classificabile cane tibetano sarebbe a volte di taglia ridotta e con caratteristiche lupoidi, oppure della taglia giusta ma senza sufficiente criniera (sic), infine sarebbe morfologicamente giusto ma di colore sbagliato. Come stanno realmente le cose?
Bisogna subito precisare che il termine “mastino tibetano” (o Tibetan Mastiff, in inglese) è stato coniato in Occidente in epoca abbastanza recente, rispetto alla millenaria storia della razza, e non ha alcun significato in Tibet. I tibetani chiamano complessivamente questo tipo di cani da guardia “do-khyi”, che significa “cane a catena” o “cane legato”. Tutte le altre classificazioni avvengono sempre all'interno di questo maxi-gruppo. I tibetani quindi, non operano una separazione tra “autentici mastini” e “semplici cani tibetani”.
Storicamente in occidente i due termini sono stati utilizzati in maniera intercambiabile. Per fare degli esempi, Samuel Turner [1] riferendosi ai cani tibetani utilizza sempre la parola "dog", spesso accompagnata da aggettivi ("huge dogs", "large Tibet dogs", etc) e mai "mastiff", anche quando si riferisce, in maniera ovvia, a dei do-khyi. L’introduzione della parola "mastino" è successiva e ad opera di Vincenzo Ferrario nella sua traduzione [1b], e la sostituzione non avvenne in maniera sistematica, facendo convivere le parole "cane" e "mastino". Un altro esempio eclatante è rappresentato dal soggetto importato da Nathaniel Wallich nel 1828: a seconda della fonte è definito "Thibet dog" [2], "mastiff of Thibit" [3] e "chien-dogue du Thibet" [4].
È senz'altro vero che non tutti i cani presenti in Tibet possono definirsi mastini tibetani ma bisogna tenere a mente almeno due aspetti:
- Si tratta di una razza che conserva ancora un’elevatissima varietà genetica e ci auguriamo che nel tempo continui ad essere così. Anche all’interno della stessa cucciolata si possono osservare esemplari molto diversi fra loro, con variazioni sensibili sia nella taglia che nella morfologia. In un contesto di allevamento di tipo occidentale senza dubbio l’allevatore scarterebbe i cuccioli più leggeri e con la testa “meno mastina” ma in Tibet questo ovviamente non avviene dato che le caratteristiche ricercate dai tibetani e adatte alla vita in quei luoghi vanno ben oltre il semplice aspetto esteriore, e gli stessi parametri estetici e di gusto sono ben differenti.
- La taglia e la morfologia di un mastino tibetano possono variare moltissimo tra una zona e l’altra. Per fare un esempio, tra un esemplare della zona di Yushu (zona arida e montuosa del Qinghai meridionale) ed un cane della valle dello Yarlung Tsampo (zona di fiumi e verdi praterie ad altitudini più basse) possono esserci anche 30kg di differenza, oltre che forma del cranio e lunghezza del pelo molto diverse, ma entrambi, per le popolazioni tibetane, sono corretti e tipici mastini tibetani.
In Tibet sono presenti in gran numero cani vaganti, tra cui cani pariah del tipo definito "heavy extreme type" o "sheepdog like" dai Menzel, e anche per questi cani è stato occasionalmente utilizzato il termine "Tibet dog", ma, a parte una vaga somiglianza con i do-khyi, non ci può essere confusione, in primo luogo per peso e taglia (di un altro ordine di grandezza rispetto ad un mastino - per piccolo che sia) e poi perchè non si tratta di cani da lavoro ma di cani ferali/da villaggio.
Purtroppo non esiste una ricetta semplice per riconoscere al primo sguardo un "autentico mastino tibetano" e solo lo studio delle diverse tipologie e linee di sangue può aiutare.
Bibliografia:
[1] An account of an embassy to the court of the Teshoo Lama in Tibet, Turner, S., 1800
[1b] Ambasceria al Tibet e al Bhutan, Turner, S. traduzione a cura di Ferrario, V., 1817
[2] Portraits from the zoological gardens, 1829
[3] The Naturalist’s Library, a cura di Charles Hamilton Smith, 1840
[4] Le Jardin des plantes, Bernard, P. e Couailhac, L., 1842
Immagini:
1] Azi, mastina tibetana in Tibet
2] mastino tibetano tipo Yushu, nel Qinghai occidentale - foto da internet
3] cane pariah in Tibet - foto da internet