Tipologie di mastino tibetano
Approfondendo lo studio del mastino tibetano, è impossibile non notare l'estrema variabilità che contraddistingue questa razza. Tale argomento negli anni è stato uno dei più dibattuti fra gli appassionati, con la conseguente nascita di una serie di teorie molto spesso non supportate dai fatti. Di seguito tenteremo di esporre brevemente alcune informazioni rilevanti.
I tibetani utilizzano diversi nomi (sempre completati dal suffisso "-khyi", che significa 'cane' in lingua tibetana) per indicare cani differenti per funzionalità o aspetto.
In base allo stile di vita delle genti con cui li si osserva -che ovviamente si riflette sulla morfologia dei cani- si hanno:
- rong-khyi: i cani della gente stanziale o dedita a piccoli spostamenti. Da questi soggetti derivavano i cani che era possibile vedere nei monasteri e nei palazzi;
- brog-khyi: i cani dei pastori e dei nomadi che abitano l'altopiano del Tibet.
Oltre a questa prima differenziazione, possiamo distinguere anche in:
- stag-khyi: i "cani tigre", ossia caratterizzati da pelo relativamente corto con criniera poco evidente, generalmente di grande taglia e testa marcatamente molossoide;
- seng-khyi: i "cani leone", ossia caratterizzati da pelo medio lungo o lungo con criniera molto evidente, generalmente più piccoli e con testa meno pesante.
Questi però rappresentano due estremi e non due insiemi distinti ed impermeabili, visto che esistono un'infinità di sfumature intermedie.
Ovviamente questi termini vengono usati principalmente nelle zone un tempo facenti parte del Tibet storico ma cani assimilabili, ad eccezione forse solo dei grossi rong-khyi, sono osservabili in tutta l'area di influenza culturale tibetana.
Una forma di classificazione scientificamente valida dovrebbe però tenere conto anche della provenienza dei soggetti, visto che nel tempo sono state individuate moltissime popolazioni locali con caratteristiche peculiari.
Al contempo, la semplice provenienza non è sufficiente a "definire" un cane, dato che nella stessa area possono anche convivere soggetti con caratteristiche differenti.
Lo studio dei cani nativi nella loro variabilità, documentando non solo le popolazioni locali ma anche i vari morfotipi (se stabili e ricorrenti, pertanto non frutto di casualità o semplicemente di atipicità) può dare un grande aiuto nello studio della storia della razza e soprattutto per la sua conservazione futura. Assume quindi un'importanza vitale.